Stefania Migazzi ha partecipato al JobTrainer Parco Naturale Adamello: leggi la sua esperienza di stage in Ducati…
Prima di incontrarci al JobTrainer campus cosa facevi e quali progetti avevi per il futuro?
Prima del campus avevo appena concluso il mio periodo formativo universitario conseguendo la Laurea magistrale in lingue per la comunicazione turistica e commerciale presso l’Università degli studi di Verona.
A settembre, dopo un periodo lavorativo stagionale mi sono sentita abbandonata a me stessa e ho vissuto un momento destabilizzante ricco di domande e dubbi sul futuro.
Che spiegazione ti sei data di questa situazione, diffusa tra molti giovani?
I percorsi universitari attuali, sono poliedrici e di ampio respiro, ma poi è compito di ognuno di noi indirizzare il proprio percorso nel verso giusto.
Avendo sempre mantenuto gli orizzonti aperti, una volta svincolata dall’impegno universitario ho sentito subito l’esigenza di ‘sradicarmi’ dalla mia comfort zone per dare una svolta al mio percorso formativo personale e professionale.
E’ questo il motivo per cui ti sei candidata al JobTrainer campus?
Per questo ho affrontato e superato le selezioni per partecipare al JobTrainer nell’ottobre di quell’anno. Ricordo che facemmo l’esperienza outdoor di orienteering sotto una nevica inaspettata e che la mancanza di comunicazione nella squadra ci impedì di raggiungere l’obiettivo.
Ora parliamo della tua esperienza più recente in Ducati: ci racconti due episodi gratificanti?
In Ducati Motor Holding ho svolto uno stage a supporto del dipartimento di marketing, per l’organizzazione dei primari eventi aziendali interni ed esterni.
In particolare ho partecipato all’organizzazione di cinque eventi: le tribune Ducati Superbike e MotoGP a livello nazionale, il Ducati Dream Tour, il Family day e il World Ducati Week, che è il festival internazionale della Ducati.
L’intero percorso è stato molto gratificante, di fatto mi sono state affidate delle responsabilità inaspettate. Sono entrata in azienda in un periodo molto intenso in occasione del World Ducati Week, festival internazionale della Ducati tenutosi a luglio presso l’autodromo di Misano, pertanto anche gli stagisti rappresentavano per l’azienda un’importante risorsa.
Quali elementi hanno reso unica questa tua esperienza di lavoro in Ducati?
Fin da subito mi sono sentita valorizzata e nonostante inizialmente abbia vissuto un momento di tensione durante il quale mi chiedevo se fossi all’altezza di rispondere adeguatamente ai compiti affidati, una volta inserita nel contesto a 360 gradi e preso possesso della posizione, tutto è andato per il meglio.
La cosa più gratificante è stato il riconoscimento del mio lavoro da parte dei superiori, dei colleghi e fornitori esterni nonché l’ottimo rapporto relazionale stabilito con moltissime persone con le quali ho avuto modo di interagire.
In questo lavoro quali capacità e soft skills ti erano richieste?
L’organizzazione di eventi prevede un’intensa interazione con molti dipartimenti aziendali pertanto risulta fondamentale aver un forte spirito di gruppo che spinga alla massima collaborazione.
In contesti così grandi la comunicazione rappresenta la chiave per il successo che permette di ottimizzare ed efficientare i processi per il raggiungimento dei risultati attesi. Ho messo in gioco una veloce capacità di apprendimento, la massima disponibilità e la voglia di imparare.
Parli spesso di gruppo e di lavoro di squadra …
Al campus JobTrainer ho scoperto che lo spirito di gruppo è fondamentale anche per garantire lo sviluppo personale di ciascuno. Credo inoltre che il contesto lavorativo possa rivelarsi propositivo solamente quando tra i dipendenti si stabilisce un clima collaborativo e comunicativo. Raggiungere l’obbiettivo in squadra risulta molto più impegnativo ma garantisce il miglior risultato.
In tutte le mie esperienze lavorative in Trentino, a Londra, a Berlino e in Ducati mi sono trovata a lavorare e ragionare con una logica di squadra dove il successo o il fallimento dipendeva esclusivamente dal gruppo. Quest’ottica rende il lavoro più impegnativo ma anche più stimolante e permette di tracciare le fila di un contesto lavorativo propositivo, trasparente e piacevole.
Considerando sia il contesto lavorativo che extra lavorativo, essere predisposti a confrontarsi e imparare dagli altri permette di creare dei network relazionali positivi, costruttivi e in linea con le proprie esigenze.
Dopo il JobTrainer hai deciso di fare esperienze di lavoro all’estero, perché?
Poco dopo il JobTrainer ho deciso di partire per Londra per intraprendere un percorso lavorativo all’estero, potenziare le lingue e crescere personalmente. Credo che a volte sia essenziale staccarsi dal proprio contesto famigliare per essere spinti a dare il meglio di sé.
A novembre mi sono trasferita a Londra, il mio obiettivo era quello di trovare un semplice lavoro che mi permettesse di mantenermi, migliorare le mie competenze linguistiche e dimostrare a me stessa che la vita era nelle mie mani. Dopo aver trovato un misero alloggio e sostenuto vari colloqui, ai primi di dicembre sono stata assunta da Costa Coffe.
Come si è articolato il tuo percorso in Costa Coffe a Londra?
Inizialmente sono entrata a far parte del team in qualità di barista ‘tutto fare’, successivamente ho raccolto l’opportunità di seguire un intenso percorso formativo on the job per diventare ‘shiftleader’. Dopo pochi mesi da ‘shift leader’ sono diventata ‘teamleader’ di un piccolo coffe shop a Finsbury Park, zona nord-est di Londra.
L’esperienza si è rivelata molto costruttiva e incisiva a livello personale in quanto ho avuto modo di entrare a far parte di un contesto meritocratico dove, nonostante lo sfruttamento di fondo, vige la regola che chi con umiltà ha voglia di imparare e mettersi in gioco viene premiato.
Una volta raggiunti i miei obiettivi ho deciso di rientrare in Italia per un lavoro stagionale, nella speranza che il contratto a Londra fosse prorogato e diventasse determinato. Purtroppo, o per fortuna, non è andata così perciò ho deciso di non sedermi ad aspettare un lavoro ma di continuare la mia strada all’estero per costruire la mia vita con le mie forze.
Ho quindi deciso di ripartire scegliendo come méta Berlino, città caratterizzata da un importante fermento a livello lavorativo. Il mio obiettivo questa volta era quello di svolgere un’esperienza professionalizzante nel mio settore. Mi sono trasferita a fine novembre e nell’arco di un mese ho trovato casa e lavoro. Durante il periodo di ricerca mi sono dedicata ad un corso intensivo di tedesco che ho proseguito in sessioni serali una volta assunta in Nestpick.
Cosa facevi e quanto ti sei fermata in questa startup a Berlino?
Nestpick è una piattaforma internazionale di affitti online. Sono entrata a far parte del team spagnolo nel dipartimento commerciale. Esperienza fantastica in un contesto giovane e estremamente dinamico dove, essendo una startup non strutturata ma nata solamente qualche mese prima, ognuno di noi aveva l’opportunità di esprimere i propri suggerimenti per migliorare il business aziendale.
La situazione aziendale però dopo qualche mese si è rivelata molto precaria: l’organico venne dimezzato. Nel frattempo sentivo che la mia esperienza all’estero stava giungendo al capolinea. Iniziavo a maturare la consapevolezza che la mia volontà era quella di tornare in Italia.
Perché andare all’estero e poi ritornare in Italia?
Prima di partire avevo bisogno di vedere come gira il mondo, di confrontarmi con altre culture e mentalità e imparare a vivere in contesti diversi per capire dove volessi continuare la mia strada. Grazie a queste esperienze ho capito chiaramente che la mia volontà era quella di vivere in Italia.
Il contesto lavorativo non è sicuramente dei migliori ma sono convinta che l’importante è aver voglia di mettersi in gioco e investire su se stessi. Infatti…
Infatti ti sei iscritta ad un Master in Management per specializzarti, ed è proprio questo percorso che ti ha poi aperto le porte all’esperienza in Ducati…
Esatto. Una volta rientrata da Berlino ho deciso di iniziare un Master in management, presso la Bologna Business School, che mi permettesse di potenziare le competenze gestionali e di marketing. Il percorso è focalizzato sulla comunicazione aziendale e gestione progetti. Anche in questa realtà ha giocato un ruolo fondamentale lo spirito di gruppo in quanto, ogni esame oltre alla parte teorica prevedeva la realizzazione di un progetto aziendale di gruppo.
Nel suo insieme il percorso si è rivelato molto intenso, formativo e pragmatico. Il confronto continuo con menti diverse per il raggiungimento di un obiettivo comune ha rappresentato un valore aggiunto alla proposta formativa teorica e una garanzia di crescita personale.
Durante la fase finale di aula full-time prevista dal master mi sono messa alla ricerca di un tirocinio curriculare inviando parecchie candidature, dopo un mese e mezzo dall’invio del CV ho ricevuto una bellissima chiamata dall’ufficio risorse umane Ducati.
Puoi raccontarci come è funzionato il processo di selezione in Ducati?
Mi è stato fatto un primo colloquio telefonico di circa 30minuti, parte in inglese e tedesco, lingue che avevo appena imparato all’estero. Successivamente sono stata convocata per un colloquio personale che prevedeva l’incontro con le risorse umane e la responsabile di settore. Dopo una decina di giorni ho ricevuto la bellissima notizia.
Cosa significa lavorare in Ducati, una eccellenza italiana nota in tutto il mondo?
È stata un esperienza fantastica, molto intensa e formativa. Mi ha permesso non solo di acquisire competenze organizzative e gestionali ma anche di confrontarmi con una realtà multinazionale e un team fantastico. Ho avuto l’opportunità di lavorare a contatto con vari dipartimenti e questo mi ha permesso di conoscere a 360° l’azienda e stringere ottime relazioni personali con molte persone. Ducati nonostante sia una multinazionale è caratterizzato da un clima locale e ‘genuino’.
Ora che hai terminato lo stage e il master come stai affrontando il tuo percorso di studi e di avvicinamento al lavoro?
Ho terminato il Master una decina di giorni fa. Il mio approccio è il seguente: sto focalizzando la mia ricerca su tutto il territorio nazionale privilegiando imprese del settore sportivo e l’area del marketing, comunicazione, eventi.
Rimane massima la disponibilità di trasferimento per un’occupazione gratificante. In base a come si muoveranno le cose valuterò se estendere nuovamente la mia ricerca anche all’estero ma la speranza è quella di riuscire a restare in Italia.
Il filo conduttore del mio percorso è rappresentato da una continua voglia di crescita e maturità prevalentemente personale, non solo professionale. Di fatto, la mia filosofia di vita non esclude il fatto che tra qualche anno ‘andrò a vendere cocchi a Bali.’ 🙂
Cosa consiglieresti ad un giovane laureando/neolaureato?
– Viaggiare: abbandonare la comfort zone per seguire le proprie ambizioni personali e non avere rimpianti;
– Mettersi in discussione affrontando ogni eventuale ‘crisi’ come un’opportunità di crescita;
– Vivere pensando che da ogni contesto e persona si possa imparare qualcosa;
– Prerequisito: massima flessibilità mentale che permetta di adattarsi a diversi contesti.
Stefania Migazzi