In questo articolo faccio alcune riflessioni su un tema sottovalutato: l’età della laurea e di ingresso nel mondo del lavoro.
Proprio qualche giorno fa in occasione degli ICT Days, la kermesse di orientamento della facoltà di Scienze Informatiche dell’Ateneo Trentino, ho ricevuto molte domande relative a come gestire al meglio la propria immagine sui social network, la cosiddetta social reputation.
Ma la domanda più interessante me l’ha posta un laureando un po più avanti con l’età rispetto agli altri. Al termine della lezione si è avvicinato a me con timore e circospezione per illustrarmi il suo caso e chiedere il mio parere.
Mi ha raccontato di essersi iscritto all’università solo a 22 anni. Dopo aver fatto per quattro anni l’operaio in catena di montaggio ha maturato la decisione di dare una svolta alla sua vita: ha mollato il lavoro in fabbrica ed ha ricominciato a studiare con passione a Ingegneria Informatica.
Ma c’è un però. Ora che si sta approssimando alla laurea e sta cominciando a proporsi sul mercato del lavoro, non sa come motivare sul suo curriculum la sua età avanzata e non sa neppure se sia il caso di inserire la sua esperienza di lavoro in fabbrica. Naturalmente io lo ho rassicurato dicendogli che il suo è un percorso di carriera non lineare molto interessante che testimonia le sue alte motivazioni e la sua determinazione per questi studi.
Questo è un caso in cui qualche anno in più per laurearsi è giustificato. Ma non sempre è così.
Laurearsi presto ma … con qualcosa in più
Laurearsi presto, o meglio in corso, è giudicato importante da chi seleziona, per diversi motivi. Vediamoli.
In primo luogo chi si è laureato presto ha sicuramente dimostrato:
- di essersi impegnato
- di sapersi organizzare e saper scegliere
- di avere buone capacità intellettive e di apprendimento
- di avere curiosità ed amare le cose che studia
- di avere voglia di finire per proiettarsi in … cosa c’è dopo
Tutto molto positivo. Ma forse oggi non è solo questo a fare la differenza. Infatti oggi sono molti quelli che si laureano in fretta.
Quindi se volete entrare nell’olimpo dei candidati eccellenti dovete avere anche altre caratteristiche in più. Vediamole.
Per distinguerti con la laurea devi…
- Laurearti in corso, o comunque alla svelta
- Conoscere almeno due lingue, di cui l’inglese a livello fluente
- Avere fatto un soggiorno significativo di studio all’estero (almeno 3 mesi)
- Avere fatto una esperienza significativa di lavoro o tirocinio (almeno 3 mesi)
- Laurearti con il miglior voto possibile
A tutto questo si aggiunge tutto quell’insieme di capacità che sul curriculum non puoi scrivere e che ne la scuola ne l’università ti insegnano. Solo il JobTrainer.
Meglio un 110 e lode fra due anni o un 90 in corso? Conclusioni
Questa è la domanda che dovrebbero porsi tutti quegli studenti che procrastinano nel tempo la data della loro laurea in nome della conquista di un alloro nell’olimpo dei 110 e lode.
La mia opinione è che “presto è meglio che bene”. Intendo dire che chi termina presto ha poi la possibilità e il tempo di investire il suo tempo per subito anche altre esperienze, per esempio un bel master di specializzazione o una esperienza all’estero.
Ma chi non termina presto ha altrettanto buone carte da giocarsi se durante gli studi ha arricchito il suo curriculum anche con alcuni dei cinque punti che ho indicato.
Chi finisce presto di studiare, inizia presto a lavorare, fa presto carriera, mette su presto famiglia, fa presto politica. E dio solo sa quanto bisogno c’è in questo paese di una classe dirigente giovane, fresca ed innovativa. Al posto di quella mediocre gerontocrazia conservatrice che occupa ogni spazio, con i risultati che tutti tocchiamo con mano.
Presto è meglio che bene
Voglio concludere questo articolo riportandovi i dati sui tempi medi di laurea nelle università italiane in un confronto internazionale. Mi chiedo se il dato sia riferito alla laurea breve o a quella magistrale.