In questo articolo affronterò alcune riflessioni su come i grandi cambiamenti in corso influiranno sul lavoro delle nuove generazioni. Molto è già cambiato nei recenti 5-10 anni ma molto cambierà anche nei prossimi.
I motivi di questo cambiamento sono riconducibili a tre fenomeni: la crisi economica occidentale, l’avvento delle nuove tecnologie digitali globali e la pesantezza del sistema pensionistico statale.
Uno scontro generazionale sul lavoro
Al di là della minore possibilità di trovare occupazione, dovuta al fatto che ci sono meno offerte di lavoro, anche altri fattori sono penalizzanti per le nuove generazioni.
In sintesi, mentre gli anziani occupati godono di tutti i diritti e tutte le protezioni, i giovani sono colpiti da contratti brevi, salari inferiori, instabilità del lavoro (la flessibilità si applica ai giovani) e prospettive previdenziali drammatiche.
In primo luogo lo stipendio di ingresso di un neolaureato: dal 2005 a al 2017 è diminuito da 1200 € mensili a circa 950 € (dati Almalaurea). Mentre per chi era già sul mercato del lavoro lo stipendio è rimasto pressoché costante.
In secondo luogo è cambiata anche la natura contrattuale dei rapporti di lavoro: in un decennio si è passati da una situazione in cui il 70% dei contratti era di tipo dipendente e un 30% flessibili alla situazione opposta. Mentre molti adulti che oggi sono sul mercato del lavoro da molti anni continuano ad essere ampiamente garantiti.
C’è un evidente scontro generazionale per cui i ragazzi che si affacciano oggi sul lavoro hanno molte meno possibilità dei loro genitori. Per la prima volta dal dopoguerra i figli sono più poveri dei loro genitori.
Dispiace constatare che molti adulti, ed in particolare quelli che appartengono ad alcune categorie baciate da privilegi immotivati tra cui alcune pensioni dorate, non si rendono conto di quanto i giovani di oggi abbiano molte meno opportunità di quelle che hanno goduto loro. Non solo, questi stessi giovani stanno pagando di tasca propria il debito pubblico del passato ed i tanti privilegi ancora attuali.
In particolare il sistema pensionistico attuale ha un costo sociale maggiore rispetto al passato. Pensioni sostanziose e in molti casi non meritate, sono pagate dalle giovani generazioni a favore di chi li ha preceduti. Chi non ha argomenti validi per giustificare questo furto perpetrato ai danni di figli e nipoti li chiama diritti acquisiti.
Le giovani generazioni pagano inconsapevolmente la pensione a chi si è ritirato dal lavoro molto presto e col sistema retributivo. Che quindi gode oggi di una pensione che non si è pagato.
Ma questi stessi giovani sono consapevoli che loro, a causa di questo, potranno andare in pensione forse solo dopo i 70 anni e con un importo pari forse al 50% dell’ultimo stipendio percepito?
Ogni mese questi giovani lavorano per versare il 30% del loro stipendio a qualcun’altro. E ogni mese c’è qualcun’altro che riceve del denaro che non si mai è guadagnato.
L’avvento delle nuove tecnologie digitali
L’avvento delle nuove tecnologie produrrà effetti importanti in molti settori, rivoluzionandoli completamente. O spazzandoli via. Pensiamo a cosa stanno provocando piattaforme quali AirBnb, Booking o Uber nel mondo del turismo e della mobilità.
In molti casi le tecnologie richiederanno di espellere i lavoratori che non sanno destreggiarle e premieranno in parte quei giovani che invece le sanno usare bene.
Quante persone potrebbero essere sostituite da applicazioni digitali nel prossimo quinquennio in alcuni settori quali quello bancario, dove solo in Italia è prevista la chiusura di 30 mila sportelli?
Ancora pensiamo ai grandi social network quali Facebook o Google, detentori di milioni di contatti a livello mondiale, e al loro recente tentativo di costruirsi banche proprie. Che effetto potrà avere questo sulle grandi e piccole banche tradizionali?
Quanto un giovane subirà questo nuovo mercato del lavoro, questa riduzione di ricchezza e di reddito?
Io che sono nato nel 1971, ho visto le generazioni d’Italia più ricche, quelle che mi hanno preceduto e che hanno goduto della crescita degli anni ’70, ’80 e ’90, ma sono entrato sul mercato del lavoro alla fine di questo ciclo.
Quindi ho potuto osservare il cambiamento e rendermi conto che la festa era finita. Per quelli della mia generazione è stato un po’ come perdere un treno di prima classe. E oggi vediamo la differenza tra il prima ed il dopo, essendo vissuti a cavallo tra i due periodi.
Ma per la generazione successiva, quella dei millennials, nata tra i primi anni ’80 e i primi del 2000 le cose sono un po diverse, perché non ricordando la ricchezza del passato. Non l’hanno vista. Quindi semplicemente vivono il nuovo contesto adattandosi a quello che offre.
Per esempio adeguano le scelte relative alla loro socialità, al loro vivere, alla loro educazione, alla mobilità.
Stanno già nascendo dei modelli sociali di tipo diverso. Pensiamo all’economia della condivisione, alla sharing economy, e a quello che permette di fare, come condividere appartamenti o viaggi o auto.
Vent’anni fa uno si laureava, trovava lavoro alla svelta, accendeva un mutuo per comprarsi casa e auto, metteva su famiglia. Oggi questo è più arduo. Perché i livelli di reddito sono inferiori e non c’è la stabilità del reddito stesso. Quindi, per esempio, è più difficile avere accesso al credito.
Per questo stanno nascendo delle piattaforme che permettono in qualche misura di costruirsi diciamo una vita, un futuro, su basi organizzative, logistiche, relazionali nuove e diverse.
Quindi io penso che le giovani generazioni reagiranno in maniera, diciamo così, compiuta e intelligente a quello che si sta verificando.
Alcuni settori emergenti nel nuovo mercato del lavoro
Senz’altro avranno più spazio coloro che si distingueranno in alcune nicchie specialistiche. Chi è molto bravo in qualcosa e sa farlo conoscere sarà più premiato.
Se siete particolarmente bravi in qualcosa e soprattutto se siete bravi a comunicarlo fuori, cioè a farlo sapere, a fare personal branding siete fra i soggetti che saranno premiati. Perché sarà premiata la vostra unicità.
Ci saranno sicuramente degli spazi nel campo delle nuove tecnologie per chi sa utilizzarle. Il campo medico e quello assistenziale nei prossimi anni offriranno degli spazi perché ci sarà da prendersi cura di chi si è potuto costruire un capitale per curarsi o pagarsi una vecchiaia, e quindi tutte queste persone andranno seguite.
Si apriranno spazi e possibilità nel campo della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili.
Se vuoi una cosa prendila. Punto. Conclusioni
Rispetto al fatto che ancora oggi siamo governati da una gerontocrazia di persone molto avanzate di età con una visione così arcaica e conservatrice penso che nel momento in cui ci sarà la possibilità, chi prenderà il loro posto avrà delle idee così brillanti che veramente potrà fare delle belle cose.
Perché non dobbiamo nascondercelo, l’innovazione viene dai più giovani, quelli che hanno più fame e più desiderio di realizzarsi.
E oggi intravedo un cambiamento, o perlomeno mi sembra di avvertirlo: più spazi verso le nuove generazioni, o più possibilità per le nuove generazioni di prendersi quello che sostanzialmente gli spetta, diciamo pezzi di governo e di pensiero.
Qui naturalmente, questi spazi, bisogna anche essere capaci di prenderseli. Come dice il protagonista in un emozionante passaggio del film “La ricerca della felicità”:
Se vuoi una cosa, prendila. Punto.