Elia ha partecipato al JobTrainer Toscana e oggi è operatore di soccorso della Croce Rossa Italiana: leggi la sua storia…
Quante cose sono cambiate dopo il mio JobTrainer! Penso sia stato più efficace quel week end lì, che 5 anni di scuole superiori. Vi devo molto. Uscito dal JobTrainer – anche se devo ammetterlo, con più domande che risposte – ho iniziato a dare un direzione precisa alla mia vita.
Ero uno dei tanti che non sapeva cosa avrebbe fatto, uno che aspettava che il lavoro arrivasse dal cielo. Certo avevo un sogno nel cassetto, quello di diventare pilota di aerei. E pilota lo sono diventato, anche se non volo!
Quindi finalmente anche io ho trovato il mio posto nel mondo del lavoro. Oggi, dopo anni di occupanze poco gratificanti, sono riuscito a diventare un autista soccorritore della Croce Rossa.
Più che un lavoro, per me è una missione personale. Infatti Croce Rossa non è solo soccorso ma anche solidarietà, protezione civile, iniziative per i giovani e volontariato.
Il percorso non è sto facile. Un giorno mi è successo di non sapere cosa fare in occasione di un incidente: mi sentivo inutile.
Così ho iniziato facendo un corso per entrare come volontario in una associazione di soccorso. Quindi ho superato il corso avanzato e in quell’occasione ho anche fatto il tirocinio: quella mattina sono montato in ambulanza ed è stato un colpo di fulmine. Mi sono detto: “questo è il mio lavoro!”. Dopo il primo giorno mi ero innamorato di quello che per i più fortunati è anche un lavoro. Così dopo oltre un anno di volontariato, ho imparato il mestiere, e ho fatto il mio primo concorso. Risultato: sono arrivato primo! Non mi era mai successo.
Ogni soccorso che fai è come fosse la prima volta. Confrontarsi con la morte e con gli incidenti è un trauma le prime volte. Peggio ancora quando non riesci a salvare una vita umana. Ma col tempo ho imparato a gestire queste emozioni e anche quelle degli altri. Ho acquisito quel sangue freddo che ti serve ad essere lucido, calmo e positivo in emergenza.
Quindi la mia gratificazione nasce dalla persona che ho soccorso e anche dal lavoro coi colleghi. Nella mia squadra siamo 15 colleghi oltre a 150 volontari: mi piace moltissimo il rapporto con le persone, molto spesso richiede pazienza ma abbiamo la fortuna di avere questa missione comune che ci aiuta. Talvolta devo relazionarmi con la centrale del 118 per spiegare segni e sintomi che un paziente dimostra. E poi c’è il rapporto col paziente, da quello grave che va incoraggiato e che devo trasportare in pronto soccorso, a quello che devo accompagnare ad una semplice visita.
In particolare ricordo un episodio del mio JobTrainer. Era un lavoro di gruppo outdoor: dovevamo progettare e costruire un ponte tibetano. Il mio compagno di squadra Graziano aveva pensato che il ponte andava fatto in un certo modo. Che io non condividevo. Ma non lo dissi: per timidezza e poi perché lui era un ingegnere mentre io un ragioniere. Fu così che perdemmo la sfida con l’altra squadra ma per me la lezione fu significativa: certo bisogna ascoltare tutti, ma anche ogni membro di un gruppo ha la responsabilità di esprimere bene le sue idee che magari possono portare ad un progetto migliore. Io lì non lo avevo fatto, avevo preferito il quieto vivere.
Ad un giovane in cerca della sua strada consiglierei di sforzarsi di capire cosa gli piace fare. Di essere curioso e credere nel proprio successo. Solo quando vuoi veramente qualcosa la ottieni.
Sono contento, perché grazie al JobTrainer sono riuscito a tirare fuori un vantaggio per me nel mio lavoro, che non ha nulla a che vedere con il compenso economico. Sono fortunato perché ogni mattina mi alzo felice di andare al lavoro!
Elia Tomasoni